I violini della speranza

Un guasto costrinse il macchinista a fermare il treno, costipati nei vagoni c'erano 65000 prigionieri destinati ai lager, molti di loro morirono di stenti. Un musicista a bordo del treno riuscì a comunicare con l'esterno e ad affidare il suo violino ad un operaio francese, pare gli abbia detto: "dove andrò, non mi servirà".

Si tratta di violini sopravvissuti alla Shoah, strumenti appartenuti agli ebrei deportatati nei campi di sterminio come Auschwitz, Monowitz, Birkenau. Questi musicisti furono costretti a suonare mentre assistevano alle atrocità inferte ai detenuti, suonavano, con animo spezzato dalle violenze, musiche spensierate per allietare le feste dei nazisti o per coprire i lamenti provenienti dalle camere a gas. L'esperienza drammatica li fece sentire complici dei delitti, così si instillò in loro il senso di colpa, in seguito proiettato sui violini divenuti simbolicamente strumenti del male.

Il liutaio israeliano Amnon Weinstein, da anni si occupa di recuperare i violini appartenuti agli ebrei deportati, cercando di ricostruire le storie dei loro proprietari con notevole difficoltà, ma a quanto pare per il liutaio non è importante conoscerle perfettamente, conta più ridare voce agli strumenti interrompendo il penoso silenzio con la musica, per ricordare il pericolo di rinascite neo-naziste spesso sostenute da pericolose teorie negazioniste.

David Russell, professore di musica presso l'Università del North Carolina, sostiene che il violino prende il suono dal suo musicista. Questo concetto è difficile da comprendere per coloro che non suonano e spesso anche i musicisti fanno fatica a crederci, fin quando l'esperienza e gli anni di studio confermano il risultato. In realtà questo concetto si può allargare a tutti gli strumenti, specialmente a quelli costruiti in legno, un materiale che matura negli anni la sua capacità di vibrare, e poiché le vibrazioni sono determinate dal modo di suonare, si comprende quanto il musicista sia importante in questo processo di maturazione. Suonare i violini appartenuti agli ebrei deportati, significa ridare voce a quelle persone, recuperare gli anni impiegati a plasmare il suono del proprio violino.

Guarda il reportage di Voyager Factory - RAI 2
Guarda il concerto su RAI 5